San Giovanni in Fiore rappresenta il più vasto centro abitato della Sila, un’importante località di villeggiatura, in una posizione emergente presso la confluenza del Neto con l’Arvo. Il territorio deve il suo nome a uno dei personaggi più importanti della civiltà medievale, l’abate Gioacchino da Fiore, il grande teologo e filosofo che abitò questo tratto della Sila e che fece costruire qui il suo Monasterium forense nel 1189. Con il diffondersi della spiritualità forense in tutta la Calabria, intorno al XIII secolo l’antico nucleo originario venne sostituito da un archicenobio che dal 1470 passò sotto gli abati cistercensi. Solo nel XVI secolo sorse un nucleo abitato attorno al monastero che andò ampliandosi nel corso del tempo, innescando lo sviluppo ed il futuro del centro silano. All’interno dell’abbazia florense ha sede il Museo demologico dell’economia, del lavoro e della storia sociale silana, inaugurato il 1984 allestito in sette sezioni e una biblioteca specializzata ed organizzata per temi. Fra i lavori artigiani si distinguono la lavorazione dell’oro, del ferro battuto, del legno e della pietra e la fabbricazione di tappeti armeni annodati a mano.