I castelli della Calabria
Un viaggio alla scoperta di antiche opere calabresi
Sono ben 24 i castelli che disegnano lo "skyline" della regione calabrese, compresi soprattutto nei territori di Reggio Calabria, Vibo Valenzia, Crotone, Cosenza e Catanzaro. Possono esser suddivisi in quattro grandi tipologie in base all'età di appartenenza e quindi troveremo lungo la nostra strada: castelli angioni, aragonesi, svevi, normanni. Tutti questi castelli hanno il comune denominatore di rifarsi al castrum dei romani. Con i castelli normanni, arrivati in Calabria circa nel 1050, si inizia una vera e propria opera di fortificazione della regione visto che i normanni furono i primi ad introdurre il sistema feudale sia dal punto di vista economico che sociale. I principali castelli dell'epoca sono: Abatemarco, Altomonte, Amendolara, Cirella, Fiumefreddo Bruzio, Malvito, Montalto Uffugo, Morano Calabro, Paola, Praia a Mare, Rende, San Lorenzo del Vallo, San Nicola Arcella, San Lucido, Scalea, Torre Normanna o dei Pallotta ad Altomonte, Villapiana, Maida-Taverna. I castelli svevi si devono all'imponente sviluppo che ne ha voluto fare il grande signore Federico II e sono: Amantea, Cassano allo Ionio, Cosenza, Nocara, Oriolo, Policastrello, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, Saracena. La dominazione sveva finisce con l?arrivo di Carlo D'Angiò nel 1266 che come prima cosa decide di dar vita ad una nuova opera di fortificazione della regione. I castelli che si fanno risalire alla sua dominazione in Calabria, sono: Belmonte, Cleto, Laino Borgo, Savuto di Cleto e Sangineto. A titolo esemplificativo ed altamente rappresentativo, la costruzione aragonese fortificata più importante è sicuramente il castello di Reggio calabria che assieme ai bronzi di Riace è uno dei due monumenti più importanti della regione ed è attualmente sede dell'osservatorio dell'istituto nazionale di Geofisica. Nonostante il nome di "aragonese", il castello è frutto oggi di una serie di straordinarie stratificazioni che lo fanno risalire addirittura all'epoca di Giustiniano I.
Proverbio: I sordi puatu fare l'ùamu riccu, no signore. (I soldi possono far l'uomo ricco, non signore)
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