Carnevale in Calabria
Giangurgulo, la farsa e la Quaresima: tutte le tradizioni carnevalesche calabresi di oggi e del passato
Il Carnevale, in Calabria come in tutto il resto d’Italia, è la festa popolare per eccellenza, basata sul sovvertimento dell’ordine normale delle cose che risale alle feste dionisiache greche e ai saturnali romani. In epoca cristiana si è poi aggiunto al principio fondante di questa festività quello della preparazione alla Quaresima: il termine Carnevale deriva proprio dall’espressione latina “carnem levare” che indicava in origine il grande banchetto di carne che si teneva il martedì (non a caso detto “grasso”) precedente il Mercoledì delle Ceneri.
Ben presto si iniziò a celebrare il banchetto sin dalla domenica ed il mascheramento finì col diventare l’aspetto più caratteristico del mondo capovolto ancor oggi rappresentato in questa festa. Anche in Calabria il Carnevale è la festa degli eccessi e del divertimento sfrenato, benché non manchino sfilate di carri allegorici e manifestazioni di grande interesse e notevole pregio artistico.
Troverete segnalazioni più precise a riguardo nel nostro Calendario Eventi: ogni paese ha una maniera propria di vivere il Carnevale, ma il denominatore comune è l’assoluta libertà espressiva e la rottura degli schemi. In molti centri viene rappresentata la farsa tradizionale con Carnevale, grasso e in fin di vita, che continua a mangiare e bere a crepapelle malgrado i tentativi del medico di ricondurlo alla ragione e del notaio di raccoglierne il testamento. La farsa si conclude con un chiassoso corteo funebre che precede il grande fuoco in cui il fantoccio di Carnevale viene bruciato e dove talvolta viene esposta la Quaresima, spesso presentata come una bambola ossuta vestita di nero e con ai piedi una patata decorata da sette penne di gallo (che indicano le 7 settimane di Quaresima).
Nei secoli XVII e XVIII la Commedia dell’Arte creò tra le tante anche una maschera calabrese, Capitan Giangurgulo: chiaro retaggio di un’epoca di invasioni straniere e di resistenza più o meno strenua, Giangurgulo impersona l’archetipo del volenteroso militare che si scopre troppo attaccato alla vita e ai suoi piaceri per poterla mettere davvero a rischio. Personaggio molto versatile, Capitan Giangurgulo ha un prominente nasone, un cappello a punta, una lunga spada, la mascherina rossa, braghe e corpetto tipici della tradizione calabra e calze gialle e rosse. Si tratta di una maschera dalle parentele illustri un po’ in tutta Europa: suo “cugino diretto” è, ad esempio, l’inglese John the Glutton.
Tra i tanti comuni che organizzano manifestazioni ed eventi popolari per il Carnevale ricordiamo Castrovillari – sede da 51 anni di uno dei Carnevali più importanti d’Italia – Polistena (RC), Reggio Calabria (“Carnevale in Piazza”), Mileto (VV), Catanzaro, Cittanova (RC), Paola (CS), Amantea (CS), Alessandria del Carretto (CS) e i diversi centri arberesh della provincia di Cosenza tra cui Lungro.
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