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Chiese di Calabria

Un viaggio nella fede e nella cultura calabrese

La Chiesa Cattolica, in Calabria, ha una lunga e solida tradizione. L’evangelizzazione di questa terra risale, secondo la tradizione, al I secolo d.C. quando San Paolo giunse a Reggio Calabria ed iniziò a diffondere il Cristianesimo. Da allora questa religione non ha conosciuto mai periodi di crisi, radicandosi fortemente nella cultura e nelle tradizioni locali. Un altro momento decisivo in tal senso fu l’insediamento dei monaci basiliani (vale a dire seguenti la regola di San Basilio), che qui si trasferirono dalla Sicilia nell’alto medioevo per sfuggire alle persecuzioni islamiche.
Nel Trecento la fede dei calabresi è ulteriormente rafforzata dall’operato di Francesco Martolilla, colui che sarebbe stato canonizzato come San Francesco di Paola, patrono della Regione e delle genti di mare. Le sue gesta ed il suo esempio diedero un grande impulso alla diffusione degli ideali di carità e povertà. Oggi a Paola il Santuario di San Francesco è stato ampliato con una struttura elegante ma non sfarzosa, capace di integrarsi sobriamente con l’antica chiesa, costruita dal Santo insieme a tutti i suoi concittadini.
Ogni centro, piccolo o grande, di mare o di alta montagna, è nato attorno ad un edificio religioso. Il ruolo dei sacerdoti e dei monaci nella diffusione ed ancor prima nella conservazione del sapere è noto: in una regione come la Calabria, segnata da vicissitudini sociali e politiche non certo favorevoli nel corso dei secoli, tale funzione risultò determinante. Le dominazioni straniere e i tanti contatti con popolazioni mediorientali portarono anche qui le storie dei santi, che si diffusero agevolmente integrandosi con il culto della Madonna.
Oltre alla Vergine, infatti, le chiese calabresi sono spesso dedicate ai santi a cui il paese è legato per devozione: in molti casi l’agiografia si mescola al folklore, dando vita a leggende anche molto intriganti ed elaborate in base alle quali sono stati scelti i santi patroni dei vari posti. Un mito molto frequente è quello del ritrovamento di un’icona o una statua che diviene motivo di edificazione di una chiesa o un santuario.
La figura del santo patrono è quasi sempre legata ad eventi miracolosi con cui questi hanno conquistato la “fiducia” del popolo: le grazie ricevute vengono contraccambiate con voti od offerte in preziosi e denaro, che in qualche caso sono posti ai piedi delle statue o appesi ad esse. L’interno delle chiese più piccole è spesso caratterizzato dalla presenza di un’unica statua processionale, posta magari in una teca riccamente decorata o in una nicchia con un suo altare.
Anche se non di rado segnate dal tempo e bisognose di interventi di restauro, le chiese calabresi offrono uno spaccato dell’arte tardo-barocca di scuola prevalentemente partenopea: per quanto concerne le opere pittoriche e scultoree, c’è da dire che sono state oggetto di numerosi furti negli ultimi anni, ma quelle che rimangono sono più che sufficienti per apprezzare la maestria degli artisti calabresi del XVII e XVIII secolo.
Per quanto riguarda l’architettura sacra, invece, in molti casi le chiese che troverete sono il frutto di importanti lavori di ristrutturazione o di completa ricostruzione nel XIX secolo. Il terremoto del 1783, infatti, distrusse gran parte degli edifici in Calabria, impegnando i cittadini in onerosi interventi a cui però mai si sottrassero. L’abilità delle maestranze locali è visibile negli esterni delle strutture religiose: se i capitelli delle colonne e i fregi delle chiese più importanti e dei duomi sono stati realizzati da abili scultori, molti portali, corredati di scalinate e fregi anche pregevoli, sono opera di anonimi scalpellini, intagliatori del legno e della pietra così come di artigiani di altra natura.
Non c’è solo la bellezza maestosa dei duomi cittadini, delle cattedrali o del grande Santuario di Paola: le chiese più piccole, magari nei comuni lontani dal turismo di massa, custodiscono ancora la maestosità della fede e del lavoro di tante generazioni di calabresi.

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