Bernardino Telesio: padre della filosofia moderna
Dalla Calabria una mente geniale che ha rivoluzionato il modo di pensare nel mondo
Bernardino Telesio (1509-1588) è da annoverare senza dubbio tra i grandi personaggi calabresi della storia: nato a Cosenza nel XVI secolo da una famiglia di un certo blasone nobiliare, iniziò a studiare insieme allo zio Antonio nella sua città, per poi trasferirsi al Nord (Milano e Padova), a Roma e a Napoli. Intellettuale dalla grande vivacità e dalla profonda cultura, scrisse il celebre saggio “De rerum Natura iuxta propria principia” che è considerato uno dei manifesti del naturalismo filosofico rinascimentale, a cui faranno riferimento personalità del calibro di Tommaso Campanella, Pierre Gassendi, Giordano Bruno, Thomas Hobbes, Cartesio e Francesco Bacone.
Dopo aver conquistato grandi onori in Italia ed in Europa, grazie anche ai centri di studio ed alle Accademie Telesiane che, dopo la prima fondata a Napoli, si moltiplicarono un po’ dovunque, il Filosofo tornò a Cosenza, dove morì a quasi ottant’anni. La città lo ricorda con la statua metallica posta davanti al Teatro “A. Rendano” (Piazza XV Marzo), il Liceo Classico a lui intitolato e l’Accademia degli studi Cosentina, detta anche Accademia Telesiana. A Cosenza, nel cinquecentenario della nascita, sono ancora in corso incontri, convegni e conferenze volte a focalizzare l’attenzione del grande pubblico sull’attualità del pensiero di Bernardino Telesio.
La sua filosofia, infatti, dopo i secoli medievali contrassegnati da una religiosità totalizzante, riportò al centro della riflessione la Natura, rappresentata secondo diverse forme in entità contrapposte (quella principale è caldo/freddo che esprime anche il dualismo cielo/terra) e considerata un unico grande meccanismo di cui i suoi singoli componenti sono espressione. Anche gli uomini non sono altro che tasselli di questo enorme e perfetto mosaico: Telesio, insomma, li considera alla stregua degli animali benché, probabilmente per evitare guai con le censura ecclesiastica, attribuisce agli uomini un’anima derivante direttamente da quella di Dio.
L’aspetto più noto della filosofia di Telesio è probabilmente la sua descrizione del processo cognitivo: a differenza dell’opinione più in voga a riguardo a quel tempo, infatti, egli riteneva la conoscenza un atto tutt’altro che passivo. Conoscere, sosteneva Telesio, non significa incamerare passivamente i dati della nostra percezione sensibile, bensì operare un raffronto tra quel che si percepisce e quanto si ricorda: sarà da questo atto interpretativo che avrà luogo la conoscenza, che dunque si configura come un qualcosa di assolutamente soggettivo.
Il metodo induttivo proposto da Telesio è anche alla base della riflessione di Cartesio, il cui sistema meccanicistico ricorda da vicino il “De rerum Natura” del filosofo cosentino. Tra i suoi ammiratori più illustri ed entusiastici viene spesso menzionato Francis Bacon (Bacone), anche se le sue affermazioni relative a Telesio sono da circoscrivere alla sua finalità di rottura con la filosofia dei secoli bui e non tanto al sistema filosofico in sé. Anche il fatto che siano rimasti nella memoria collettiva prevalentemente gli elogi dei principali filosofi del tempo nei confronti di Telesio, piuttosto che i punti di divergenza, rende l’idea della grande fama di cui l’intellettuale calabrese godette in epoca rinascimentale.
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