Skip Navigation LinksHome Dettaglio Editoriale








Statistiche

Accessi: 8673190
Oggi: 184
Utenti online: 32

Gioacchino Murat in Calabria

Dal Trono di Napoli alla fucilazione di Pizzo Calabro

La figura di Gioacchino Murat è indissolubilmente legata alla Calabria ed alla cittadina di Pizzo, dove l’illustre generale francese venne catturato e fucilato il 13 ottobre 1815 presso il castello aragonese. La città ricorda quegli eventi ogni anno con ricostruzioni in costume e con armi dell’epoca custodite nel castello stesso, noto anche come Castello Murat, divenuto un interessante museo.

Alla Calabria è quindi legata la fine di Murat, che dimostrò anche qui tutto il suo coraggio e la sua forza d’animo. Gioacchino, nato a Labastide-Fortunière (oggi Labastide-Murat), nel Sud della Francia, nel 1767, mise in mostra sin da subito le sue qualità: umile figlio di albergatori, studiò in un collegio religioso da cui venne espulso per insubordinazione ed indisciplina, per poi arruolarsi nell’esercito francese. Qui fece una carriera lampo, che lo portò a divenire ufficiale raggiungendo in poco tempo, grazie al sostegno offerto a Napoleone, il grado di generale.

Dopo aver seguito fedelmente Napoleone nelle sue più trionfali campagne, ne sposò la sorella minore Carolina: questa mossa, indubbiamente lungimirante, gli valse la nomina a Re di Napoli nel 1808 ad opera dello stesso Imperatore e divenne noto in città come Gioacchino Napoleone. In questo periodo il nuovo re avviò un imponente programma di opere pubbliche tra cui l’illuminazione stradale a Reggio Calabria e la tutela dei beni artistici e culturali del Sud Italia: ciò lo rese particolarmente popolare e benvoluto.

Nel terzo anno di regno si trasferì in Calabria, nella frazione Piale di Villa San Giovanni: da qui poteva comandare meglio le operazioni militari contro gli inglesi che proteggevano la Sicilia ed il deposto re bornonico Ferdinando I. In soli tre mesi fece costruire le fortificazioni di Torre Cavallo, Altafiumara e appunto Piale, dotando quest’ultima di una moderna postazione telegrafica. La campagna militare non ebbe buon esito, ma la popolarità di Gioacchino Murat ne uscì incrementata.

Con la partecipazione alle ultime campagne napoleoniche, però, anche l’esercito del Regno di Napoli subì gravissime perdite, che permisero il ritorno dei Borboni, sancito dal Trattato di Casalanza del 20 maggio 1815. Murat fu costretto alla fuga, trovando rifugio presso Rodi Garganico, Foggia. Il suo carattere forte gli impedì di darsi per vinto e decise di raggiungere Napoli via mare, nel tentativo di riprendersi il trono del regno grazie all’appoggio popolare.

Tuttavia, le avverse condizioni del mare d’autunno lo costrinsero a riparare insieme alla sua flotta nel Golfo di Sant’Eufemia. Il programma subì probabilmente una variazione: Murat decise di riconquistare il Regno partendo da Pizzo Calabro. La valutazione fu però drammaticamente errata: la città era saldamente in mani borboniche e l’appoggio popolare tanto agognato mancò.

Gioacchino Murat venne arrestato, incarcerato nel castello aragonese, processato da un tribunale militare e condannato alla fucilazione. Nel castello di Pizzo sono oggi ricostruite le scene principali di questi drammatici momenti finali della sua vita: nella cella è esposto un manichino in abiti d’epoca che ritrae il generale nell’atto di scrivere alla famiglia, mentre nel salone è riproposto il sommario processo militare che ne sentenziò la condanna capitale.

Con la fierezza ed il coraggio che ne aveva accompagnato le imprese militari, Murat chiese ed ottenne di poter comandare egli stesso il suo plotone d’esecuzione. Si racconta che non tradì alcuna emozione e che, prima di dare l’ordine supremo, chiese ai soldati di mirare al cuore risparmiandone il viso. Questi, emozionatissimi e tremanti, mancarono tutti il bersaglio e si trovò costretto a dare nuovamente l’ordine di sparare: questa volta venne ucciso da sette proiettili al petto. Le sue spoglie sono conservate in una fossa comune nella vicina Chiesa di San Giorgio Martire, dove la sua memoria viene onorata da una lapide che ne ricorda il valore ed il coraggio.

Altri Articoli
Presepe vivente 2016 "Un Uomo,Una Stella"
Trekking in Calabria
Carnevale in Calabria
Natale in Calabria
Dolci di Natale in Calabria
Bernardino Telesio: padre della filosofia moderna
MAB
Chiese di Calabria
Magna Grecia in Calabria
Il Peperoncino calabrese
Festival del Peperoncino di Diamante 2009
Mare in Calabria
Organizzare una vacanza in Calabria: facile con MobItaly
Magna Grecia Film Festival 2009 – Festa del Cinema in Calabria
Il Treno Natura: un trenino a vapore nel Parco Nazionale della Sila
Calabria: noi ci mettiamo il cuore…e qualcosa in più
San Francesco di Paola
Costa Ionica Calabrese: mare cristallino, spiagge e Storia
Spiagge tirreniche e turismo balneare in Calabria
Diari di viaggio in Calabria e viaggiatori stranieri del passato
Parchi Naturali Calabresi ed Oasi Naturalistiche in Calabria
Dolci Pasquali in Calabria
Tradizioni Pasquali in Calabria
Prodotti tipici calabresi
Costumi tradizionali arbereshe
Musica popolare in Calabria
Location cinematografiche calabresi e cineturismo in Calabria
Vini in Calabria
Località sciistiche calabresi
Rafting in Calabria nelle Gole del Raganello
I castelli della Calabria
Tradizioni Arbëreshe
I Bronzi di Riace
La riviera dei cedri
I Giganti della Sila
La Cipolla Rossa di Tropea
Paleariza festival
MobItaly: Turismo in Calabria
TD Group Italia S.r.l.
Citypost SpA Soluzioni per il mondo postale
Hotel La Principessa
Hotel Barbieri
Club Residence Capopiccolo
Hotel Eurolido