Il culto della Vergine è da sempre molto radicato a Scilla lo testimonia la chiesa della Madonna Immacolata che fa da ideale congiunzione tra i quartieri di Marina Grande, San Giorgio e Chianalea. La Chiesa di Maria Santissima Immacolata è tra gli edifici religiosi più antichi di tutta la Calabria: si pensa che sia stata eretta attorno al V secolo, a testimonianza del fatto che la provincia di Reggio Calabria fu tra le prime in Italia ad abbracciare la fede cristiana. La storia calabrese, com’è noto, è costellata anche da fatti tristi come i periodici terremoti: anche la Chiesa dell’Immacolata di Scilla non fu immune dalla distruzione che la furia naturale portò con sé nel corso della storia. In più occasioni venne gravemente danneggiata o rasa letteralmente al suolo, fu a lungo inagibile ma sempre ricostruita dagli scillesi con un encomiabile spirito di sacrificio. In una terra povera come quella calabra, ricostruire la chiesa più importante e preziosa della città non fu mai un’operazione semplice: per una sorta di strano gioco del destino i terremoti più distruttivi colpirono la zona a pochi decenni dall’ultimazione di lunghi e complessi lavori di restauro. L’ultimo avvenne nel 1908, dopo che la ricostruzione era stata ultimata nel 1877 (e durata oltre 50 anni): la chiesa venne riaperta nuovamente, ostinatamente al culto nel 1970, dopo che l’ennesima ristrutturazione le aveva conferito l’aspetto attuale, meno appariscente ma sempre imponente nella sua centralità. Oggi l’edificio si presenta con pianta a croce latina a tre navate e all’esterno, specie nella facciata, si è tentato di rielaborare gli stili del passato in una sorta di ibrido goticheggiante e con un campanile piuttosto sottile che appare ai più del tutto estraneo alla costruzione ed alla tradizione locale. La facciata ha integrato un sistema di sei colonne senza capitello né base (colonne mozze) appartenenti alla chiesa andata distrutta nel 1908.
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