Il toponimo Guardia Piemontese deriva dalla torre di avvistamento che venne costruita in cima al borgo attorno all’anno mille. A quel tempo i nemici provenivano soprattutto dal mare: i più temuti erano i pirati saraceni che non solo rendevano rischiosa la navigazione nel Mediterraneo, ma di frequente attaccavano le coste saccheggiando tutti i centri che incontravano. Quella di Guardia Piemontese, infatti, non è che una delle tante torri presenti lungo la costa tirrenica, certamente tra le meglio conservate. In origine da ogni torre era possibile vedere le altre vicine, così da avere un maggiore controllo sul territorio. I calabresi avevano anche sviluppato un efficace sistema di comunicazione visiva: in caso di pericolo, nelle giornate di cielo limpido, si facevano dei veri e propri segnali di fumo tramite le feritoie laterali, mentre nelle giornate di maltempo o nelle ore di buio si appiccavano alti roghi. In tal modo tutto il circondario sapeva dell’attacco e poteva localizzarlo in poco tempo. Quando parlano della loro torre, i guardioti la chiamano “ou Castelle”, il castello: pur non essendo stata mai dimora di nobili o valorosi cavalieri, questa denominazione mostra tutto l’affetto della gente per una costruzione dalla quale, grazie alle sue mura alte venti metri e spesse due, è dipesa per secoli la sopravvivenza dell’intero paese.
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