Sul sito dell’antica Rocca di Neto sorge un insediamento rupestre, scavato nell’arenaria, con oltre 40 grotte distribuite a più livelli su tre colline e separate da due canyon, in uno scenario di grande fascino e suggestione. Considerando che le grotte costituiscono la prima forma di ricovero utilizzata dagli uomini in età remota, si ipotizza una frequentazione del sito già a patire dalla preistoria con una rioccupazione nelle epoche successive: tale ipotesi è suffragata dalle testimonianze delle attività umane che hanno lasciato segni indelebili sulle pareti interne delle grotte e le loro stratificazioni. A tal riguardo segnaliamo la presenza di una cisterna ipogea localizzata nella collina centrale, coperta da una volte a botte e realizzata in muratura con una tecnica tipicamente romana, ma anche di segni cruciformi, un dipinto, un graffito e uno stemma realizzato con croci ritrovati in una grande grotta, abitata probabilmente dai monaci basiliani in epoca medievale. Le grotte rupestri di Rocca di Neto hanno ricevuto una meritata attenzione da parte degli amministratori locali che auspicano la realizzazione di un Parco archeologico in quest’area che, nel frattempo, è stata già munita di pedane ed impianti di illuminazione adeguati per rendere il sito fruibile. La grotta più grande, inoltre, è stata inglobata in una struttura architettonica costruita ex novo e può essere adibita ad usi culturali come mostre, convegni, seminari, sala video-proiezione ed altro ancora.
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