Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, nato come Museo Civico nel 1882, trasformato in statale nel 1959 per merito dell’allora soprintendente Paolo Orsi, contiene prestigiose testimonianze delle colonie della Magna Grecia di Calabria. L’allestimento museografico si dispone su quattro livelli suddiviso in sezioni, le quali presentano aree espositive con materiali archeologici, ricostruzioni e pannelli esplicativi redatti di recente, secondo i moderni parametri didattico-divulgativi. Così al pianoterra, dal quale si accede, si incontrano le prime sale dedicate alla preistoria e protostoria che offrono una visione esaustiva sul popolamento della Calabria dal Paleolitico inferiore sino all’età del Ferro accanto ai rinvenimenti scoperti nella colonia di Locri. Al primo piano sono esposti materiali provenienti dalle colonie di Rhegion, Matauros, Medma, Kaulon e i principali rinvenimenti monetali costituiti perlopiù da tesoretti che formano la sezione numismatica. Al secondo piano si trova la pinacoteca che ospita un considerevole patrimonio storico-artistico fatto di dipinti su tela e tavola datati dal XIV al XVIII secolo, attribuibili ad Antonello di Messina, Mattia Preti, Vincenzo Cannizzaro e altri artisti calabresi. Esiste infine un’altra sezione di importanza considerevole che si colloca al seminterrato ed è dedicata all’archeologia subacquea. Un settore contiene anfore, ancore e vari frammenti che offrono un quadro dei traffici marittimi lungo le coste calabresi e in un’altra sala ancora sono esposti il relitto di Porticello, la cosiddetta “Testa di Basilea” e i noti Bronzi di Riace.
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