Magna Grecia e dintorni
Quest’ itinerario è pensato per i turisti, italiani e stranieri, che sono attratti dall’ affascinante e misterioso mondo dell’archeologia. La scoperta di “luoghi- traccia” testimonianze di civiltà e culture del passato.
Partendo dal confine settentrionale della Calabria ionica emerge il Parco Archeologico di Sibari. Nel cantiere più vasto, il Parco del Cavallo, sono visibili le stratigrafie delle tre città che si sovrapposero nel tempo: la Sibari arcaica, la Thurii di Pericle e la colonia Copia di epoca romana (dal 720 a.C. al VI sec. d.C.). Proseguendo verso sud ci si imbatte nelle fondamenta di un santuario dedicato alla venerazione del culto di Apollo Aleo presso Punta Alice, fondato, secondo la tradizione, dall’eroe tessalo Filottete. Parte del materiale rinvenuto è custodito nel Museo civico di Cirò Marina situato all’interno di Palazzo Porti, nel quale sono esposti oggetti provenienti dall’area sacra e dai territori di Cirò e Cirò Marina, ove insistono i resti dell’antica Krimisa. Discendendo ancora, svetta imponente la superstite colonna dorica del santuario dedicato ad Hera sul promontorio Lacinio, uno dei più importanti esempi di architettura greca del Mediterraneo, oggi sede del Parco Archeologico di Capo Colonna nel cuore dell’area marina protetta “Capo Rizzuto” (la più grande in Europa con i suoi km 36 di costa). Tra resti e percorsi archeologici, si erge il Museo, una struttura architettonica costruita ex novo, che raccoglie i reperti provenienti dall’Heraion, dall’abitato romano e dai fondali prospicienti la costa, rispettivamente nei padiglioni di terra, sacro e mare. Ancora più a sud, sulla costa ionica dell’istmo (il punto più stretto della Calabria e della penisola) si trova il Parco Archeologico di Scolacium, la colonia romana installata sulla greca Skylletion, legata al mito di Troia e fondata secondo la leggenda da Ulisse, naufrago in quella terra. Continuando il percorso lungo la costa si incontra un altro tempio dorico riferito all’antica Kaulonia compresa nell’area di Punta Stilo nell’abitato di Monasterace Marina. Lungo lo stesso litorale si trova Locri Epizefiri attualmente frazionata in più aree archeologiche. In località Parapazza Marasà si ammirano i resti delle mura e un Antiquarium. Presso la località Centocamere è possibile ammirare il quartiere ceramico della città con resti di case e fornaci. Nei pressi di Casa Marafioti sorgeva anche un tempio dorico dedicato a Zeus, un teatro e un santuario di Persefone in contrada Mannella dalla cui area provengono varie ceramiche, terrecotte e i famosi pinakes, conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Risalendo verso la costa tirrenica calabrese presso il territorio di Vibo Valentia sono ancora visibili i resti delle mura greche di Hipponion, con imponenti torri circolari e resti di epoca romana in Località Stanislao Aloe sede di un Parco Archeologico. I manufatti archeologici rinvenuti dall’area urbana della città sono custoditi nel Museo Archeologico di Vibo Valentia all’interno del Castello Normanno-Svevo.
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Dall'età del ferro all'antica Grecia
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Il territorio di Sibari, oggi nel comune di Cassano allo Jonio, presenta ancora le testimonianze di un passato illustre e glorioso in epoca antica: i numerosissimi reperti degli scavi sono custoditi nel Museo Archeologico della Sibaritide dove è possibile ammirare ritrovamenti non solo greci e romani ma anche preistorici risalenti soprattutto all’Età del Ferro. Questo itinerario vi porterà a visitare dapprima gli scavi archeologici e poi il Museo, ma nulla vi impedisce di fare il percorso opposto: presso le aree di scavo di Parco del Cavallo e Casa Bianca potrete rendervi conto della felice posizione geografica della ricca Sybaris, una sorta di Mesopotamia calabra bagnata dal fiume Sibari (oggi Coscile) e dal Crati. Al Museo, invece, potrete ammirare lo sfarzo e il lusso degli abitanti di queste terre tra il VI e il V secolo a.C., lusso che diverrà proverbiale per secoli (l’espressione “vivere come un sibarita” divenne per secoli sinonimo di “abbandonarsi al lusso più sfrenato) e che risulterà fatale a Sybaris nella battaglia contro i più rudi Crotoniati. Più a Nord, presso Trebisacce, nell’ultima tappa del nostro itinerario archeologico, troverete un interessante insediamento risalente all’Età del Bronzo, vale a dire duemila anni prima di Cristo. Il sito di Broglio, posto su una terrazza naturale, rappresenta bene quelli che dovevano essere i primi insediamenti umani da queste parti e il loro sovrapporsi nel tempo: nelle ricostruzioni, un’abitazione e un magazzino, sono allestite piccole esposizioni di monili, utensili e recipienti sia in bronzo che in ferro.
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Antiche civiltà mediterranee
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Il viaggio ha inizio dall’ultimo paese della provincia di Reggio Calabria: Monasterace Marina. Qui si possono osservare gli antichi resti della città di Kaulon e del tempio dorico annesso,antica colonia magno-greca. Ci spostiamo poi nella provincia di Catanzaro soffermandoci nella città di Squillace: chiamata Scolacium dai Romani che la fecero loro colonia, è una città ricca di storia, tradizioni e cultura. Fu anche una delle più antiche diocesi della Calabria. Infine giungiamo a Vibo Valentia dove troviamo i resti di Hipponion ed il Museo archeologico di Vibo Valentia.
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Locri e Vibo nell'antichità
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La polis di Locri Epizefiri era organizzata secondo un modello tipico della madrepatria e una rigida aristocrazia conservatrice e guerresca deteneva il potere. Come del resto suggerisce il nome stesso della polis, i coloni provenivano dalla regione della Locride, sita nella Grecia centrale. Tra il VII ed il VI sec. a.C. lo sviluppo della polis era ormai ben avviato e verso la fine del VII sec. a.C., sorse Hipponion (oggi Vibo Valentia). I Greci hanno attribuito alla città di Vibo Valentia un fondatore mitologico, Ippone, un eroe che, dopo la caduta di Troia, sarebbe approdato su questi litorali e avrebbe fondato la città, alla quale diede il suo nome. Tra il VI e il V sec. a.C. la città costituì una solida fortezza della potenza dorica in Italia, e la sua storia si fuse con quella di Locri, che era giunta al massimo splendore.
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Ricchezze in terra Pitagorica
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Crotone, insieme a Sibari la più importante colonia della Magna Grecia, custodisce un patrimonio storico-culturale tra i più interessanti del Sud Italia, fatto di storia, arte, cultura e bellezze naturali. Inevitabilmente le testimonianze storiche si incentrano sul glorioso passato magnogreco, quando in città viveva ed operava Pitagora di Samo, tra i matematici e filosofi più conosciuti del mondo antico che qui ricoprì anche importanti incarichi politici. Di grande importanza in tal senso è il Parco Archeologico di Capo Colonna, all’interno del quale potrete trovare i resti del celebre Tempio di Hera Lacinia, la cui imponenza di un tempo è ancora intuibile dalla colonna dorica che compare su tutti i depliant turistici della città. La passeggiata nel parco è molto piacevole ed offre la possibilità di fare un bel viaggio nel tempo sino alle radici della nostra civiltà, guardando i ruderi, leggendo i pannelli esplicativi ed osservando le ricostruzioni all’interno del Parco. Questo nostro itinerario prevede poi una tappa presso le grotte di Rocca di Neto, caverne abitate da popolazioni preistoriche che hanno lasciato graffiti e decorazioni rupestri di grande valore archeologico. Crotone è però anche arte sacra: vi consigliamo la moderna chiesa di San Cataldo a Cirò Marina, il Santuario di San Nicola dell’Alto, il Duomo di Crotone e la Chiesa di Santa Chiara poco distante. Completano la nostra proposta il castello detto di Carlo V e la splendido tratto di costa jonica di Isola Capo Rizzuto, parte integrante dell’omonima riserva marina protetta, culminante con la fortificazione di Le Castella.
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