La città di Locri possiede un patrimonio archeologico vasto e di fondamentale importanza riferibile ai tratti essenziali della polis magno greca. In particolare presso località Parapazza Marasà, ove si trova anche l’Antiquarium, si possono ammirare i resti delle mura, in blocchi squadrati di arenaria, con una grande torre circolare. Presso il quartiere Centocamere si concentrano i ritrovamenti di diverse abitazioni a pianta semplice e una serie di fornaci. Inoltre furono ritrovate le fondamenta dell’edificio noto come “Stoà ad U” per la pianta a triportico ed aperto verso il mare, all’interno del quale sono stati portati alla luce 371 pozzi sacri contenenti oggetti votivi, alcuni con la dedica ad Afrodite. In contrada Marasà si ritrova un tempio monumentale del VII sec. a.C. sovrapposto da un secondo tempio del V sec. a.C. di ordine ionico e con le decorazioni frontonali di statue marmoree dei Dioscuri. In contrada Manella si rinvenne quello che è stato considerato “il più illustre santuario dell’Italìa” da Diodoro Siculo, un Santuario dedicato a Persefone, della seconda metà del V sec. a.C. e, nelle immediate vicinanze, uno dei depositi votivi tra i più ricchi della Magna Grecia dalla cui area provengono i famosi pinakes, ritrovati a migliaia in un arco di tempo che va dal VII al II sec. a.C. Un teatro greco con ristrutturazioni del periodo romano fu ritrovato nelle vicinanze di Casa Marafioti, la cui cavea è ricavata nel declivio naturale della collina.
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