La città di Amantea è dominata da ogni punto dall’imponente castello che sorge sull’altura più imponente del circondario. In base ai ritrovamenti e all’eccezionale vista che si gode da lassù si ipotizza l’edificazione di una fortezza o di un’acropoli già in età classica. I primi documenti, parlano di una fortezza ad Amantea nel VII sec. d.C., allorché, con il passaggio dalla dominazione bizantina a quella saracena, la città divenne emirato: secondo alcune ricostruzioni Amantea prenderebbe il nome da Al Mantiah, il condottiero che a quel tempo la conquistò. Il castello venne però costruito dai Normanni nel XI sec., i quali individuarono nell’alto Tirreno Calabrese un’area di primaria importanza strategica. Passò quindi agli Svevi, sotto la cui dominazione Amantea conobbe un’ulteriore crescita culturale ed economica: nel XIII sec. la struttura venne ampliata e cinta con spesse mura difensive. Nello stesso periodo fu costruito a poche decine di metri di distanza un convento francescano: sull’altopiano si vennero così a concentrare i due simboli del potere, quello politico e quello religioso. Nel medioevo il castello fu conteso da Angioini ed Aragonesi passando più volte di mano e fu sempre la dimora dei signori di Amantea fino al sec. XIX. Si narra perfino di un passaggio segreto che condurrebbe direttamente al mare, in realtà mai trovato. Dopo aver resistito alle intemperie e agli assalti dei nemici, la struttura dovette arrendersi ai cannoni di Napoleone che la ridusse in rovina: gli amanteani, infatti, la utilizzavano come efficace fortezza difensiva in funzione antifrancese. Oggi del castello e del convento sono rimasti solo ruderi che conservano ancora il loro fascino: un’escursione sin lassù è certamente consigliata, sia per la bellezza delle torri di guardia che per il fascino della vista sul mare, posizione ideale per scattare foto panoramiche ma anche per lasciarsi immortalare in uno scenario di secoli addietro.
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